Seduto in riva al mare della Toscana dopo una lenta giornata trascorsa tra pesca ed ozio penso che è arrivato il momento dell'aperitivo. Scalzo cammino verso la struttura coperta dal cannucciato di bambù dove passo molte delle mie sere di vacanza. Si avverte ancora il calore del giorno nella sabbia sotto i piedi mentre arrivo al banco bar, pensando a cosa ordinare.

Niente cocktail stasera, a farmi compagnia sarà una bottiglia di vino; chiedo la lista e trascorro qualche minuto a sfogliarla, poggiato pigramente sugli sgabelli alti. Mi lascio guidare dalla mia instancabile curiosità, spulciando tra le proposte che ancora non ho provato, alcune delle quali inseguo ormai da un pò di tempo.

Ordino la mia bottiglia proprio mentre, a pochi metri da me, si libera un divano in lino su cui ho tutte le intenzioni di gustarmi il tramonto. Come da abitudine
mi concedo il primo sorso a mente sgombra:
non voglio pensieri, solo avvertire la piacevolezza del gesto. Il vino è buono, fresco al punto giusto e scende bene, con quella sapidità che amo tanto e che mi fa chiedere subito un sorso in più. Che bello il mondo dei vini naturali, capaci di raccontare così tanto del territorio dove nascono e delle mani che li producono. Oggi ho fatto bene a scegliere questa bottiglia, ho bisogno di buona compagnia e di racconti.

Il sole inizia la sua lenta ma inesorabile discesa
mentre si affaccia per la prima volta il pensiero:
e perché un vino naturale non può essere il punto di partenza per un vermouth che racconti dell'Italia
e del mediterraneo, dei suoi profumi e della sua storia?
E perché non posso essere proprio io a farlo?

ESTATE

2019